Sino alla fine del secolo scorso, i lavori di estrazione del gruppo Juncio-Gessolungo, erano stati condotti a rilento a causa del livello d’acqua molto alto negli strati di avanzamento; solo con la costruzione del pozzo Maurelli, del pozzo Santa Teresa (miniera Testasecca) e quindi, nel 1912, del pozzo Fiocchi, che raggiunse i 300 metri di profondità, l’attività estrattiva divenne economicamente produttiva.
A partire da quella data migliorarono anche gli impianti, aumentarono i livelli del sottosuolo – sino a sette – e, quindi, la profondità che raggiunse circa 350 metri.
In seguito agli eventi bellici i lavori vennero sospesi e le conseguenze furono gravi: perdita di attrezzature, allagamento dei livelli compresi tra il settimo e il terzo per mancanza di eduzione e, alla ripresa, quantità minime di minerale estratto, con una resa ai forni pari al 9%. Soltanto nel decennio 1960-70 vennero eseguiti lavori di potenziamento consistenti nel tracciamento di nuove gallerie e, soprattutto, nella meccanizzazione del trasporto in cantiere; all’esterno furono costruiti anche nuovi uffici e le officine meccaniche.
In seguito all’incendio che si verificò il 14 novembre del 1968 tra il decimo e il nono livello, l’attività si limitò soltanto al ripristino delle arterie segregate. Negli anni successivi i lavori estrazione andarono man mano attenuandosi sino all’abbandono del sotterraneo, avvenuto nel gennaio del 1987, dopo ben 163 anni dall’inizio dell’attività estrattiva.
Il 23 gennaio del 1990, infine, in conformità alla legge regionale 34 del 1988, sono stati chiusi i pozzi Fiocchi, Maurelli, Tumminelli e San Vincenzo. Oggi sul territorio della miniera – che è di proprietà del Demanio regionale – gravano il vincolo minerario (Decreto Assessoriale n.2828 del 12.11.90) e paesaggistico “Media Valle del Salso o Imera Meridionale” (D.A. n.7732 del 9.10.95).
Testi:
Salvatore Adamo – Ingegnere capo del Distretto Minerario di Caltanissetta
Luigi Infantino – Assistente tecnico del Distretto Minerario di Caltanissetta